Nuove raccomandazioni per le terapie nutrizionali riguardanti il diabete mellito

Su Diabetologia, la rivista ufficiale della Società Europea di Diabetologia (EASD), le nuove raccomandazioni per la terapia nutrizionale del diabete mellito


Basate su solide evidenze scientifiche, le raccomandazioni sono state redatte dal gruppo di studio “Diabete e Nutrizione” dell’EASD e alla stesura ha partecipato la prof. federiciana Angela Rivellese, già Ordinario di Scienze Tecniche Dietetiche del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia.


Prevenzione del diabete tipo 2

Mentre aumenta la consapevolezza del dilagare di questa forma di diabete, crescono anche le evidenze dei benefici di un’alimentazione adeguata, in particolare del mantenimento di un peso non eccessivo in individui a rischio. Pertanto si raccomanda di sensibilizzare gli individui a rischio rispetto a modelli alimentari consoni e ad attività fisica regolare al fine di ridurre il peso di almeno il 5-7% in caso di sovrappeso.

Sulla base di nuovi studi di intervento sul diabete tipo 2, risulta chiaro che una perdita di peso consistente, dell’ordine di circa 10-15 Kg, sia in grado di indurre una possibile “guarigione”. Si raccomandano programmi intensivi di riduzione del peso utilizzando diete ipocaloriche equilibrate nell’apporto dei nutrienti e, possibilmente, basate sull’utilizzo di pasti sostitutivi, almeno per breve tempo, evitando approcci estremi, quali diete povere in carboidrati, cioè chetogene. L’obiettivo da raggiungere è una perdita di peso di 10/15 kg da mantenere nel tempo

Nel ribadire il concetto che un ampio range di apporto di carboidrati è accettabile per le persone con diabete, si rafforza l’importanza di considerare la qualità dei carboidrati. Si raccomanda un congruo apporto di fibre alimentari (35 g al giorno tra cereali integrali, vegetali, legumi, frutta intera e noci) e di alimenti a basso indice glicemico (pasta, riso parboiled, piadina).

Per la prima volta si raccomandano modelli alimentari sulla base di evidenze scientifiche specifiche, sottolineando tra l’altro i benefici di una autentica dieta mediterranea.

Consapevoli che qualsiasi cambiamento nelle abitudini alimentari è estremamente difficile da ottenere, gli estensori delle raccomandazioni ritengono essenziale la loro traduzione in piani d’azione attuabili e sostenibili anche da un punto di vista ambientale. Tutti gli operatori sanitari (dietisti, nutrizionisti, medici) a cui queste raccomandazioni sono dirette devono, pertanto, cercare di individuare per la singola persona con diabete il modello alimentare più idoneo, tenendo conto anche delle specificità socioculturali e del contesto ambientale. In altre parole, si deve cercare di arrivare ad una vera e propria “nutrizione personalizzata”.


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