Affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici sulle malattie diarroiche

Al via il progetto SPRINGS – Supporting Policy Regulations and Interventions to Negate aggravated Global diarrheal disease due to future climate Shocks (Call HORIZON-HLTH-2023-ENVHLTH-02)


Grazie a un finanziamento di Horizon Europe, l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Proff. Laura Rinaldi, Ludovico Dipineto, Massimiliano Fabbricino), attraverso il Centro Collaboratore OMS ITA-116, è coinvolta, in qualità di partner, in un progetto coordinato dall’Università di Amsterdam che include 16 partner provenienti da diversi Paesi europei, americani e africani.

La diarrea è, a livello globale, la seconda causa di morte per i bambini sotto i 5 anni. Il cambiamento climatico, che provoca l’aumento delle inondazioni e della siccità, minaccia i progressi ottenuti finora nella riduzione delle malattie diarroiche negli ultimi decenni. 

“Vediamo che l’impatto dei cambiamenti climatici sulla trasmissione delle malattie dipende dall’interazione in costante cambiamento tra eventi climatici, vulnerabilità locali ed esposizione alle malattie”, afferma Vanessa Harris, coordinatore del Progetto. “Ad esempio, forti piogge improvvise possono causare lo straripamento delle fognature e la contaminazione delle riserve idriche, oppure l’aumento della temperatura può far sì che alcuni agenti patogeni vivano più a lungo nell’ambiente esterno”, aggiunge Harris.

Per facilitare risposte politiche efficaci nei Paesi più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici, sono necessari studi approfonditi. L’obiettivo iniziale è capire in che modo l’impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche e sull’ambiente influenzerà la diffusione di agenti patogeni e, quindi, aumenterà il rischio di contrarre malattie diarroiche. “Colmando questo divario di conoscenze, possiamo mappare quali aree sono più a rischio, consentendo alle comunità e ai responsabili politici di prepararsi e adattarsi a livello locale”, afferma Harris. “Lo faremo riunendo un’ampia gamma di esperti – da esperti climatici e ingegneri ad antropologi, economisti sanitari ed esperti di salute pubblica (infettivologi e parassitologi) – e utilizzando modelli e casi studio per descrivere le conseguenze del cambiamento climatico e identificare gli interventi locali più efficaci”.

Le attività del progetto (casi studio) si svolgeranno in Ghana, Tanzania, Romania e Italia. In questi quattro Paesi, i siti di studio verranno scelti in base alla loro suscettibilità alle inondazioni e alla siccità. Tuttavia, ci sono anche caratteristiche individuali che forniranno al consorzio approfondimenti unici. Ad esempio, a Napoli, la vicinanza agli allevamenti e all’agricoltura, unita all’invecchiamento delle infrastrutture idriche urbane, potrebbero provocare rischi aggiuntivi. L’impatto del cambiamento climatico sulle malattie diarroiche sarà probabilmente amplificato richiedendo, pertanto, interventi sanitari e politici. Queste vulnerabilità fanno parte di ciò che il consorzio SPRINGS intende affrontare e, grazie al finanziamento Horizon pari a 6,5 milioni di euro, il progetto elaborerà politiche concrete pronte per essere implementate.

“È fondamentale capire dove è necessario effettuare la sorveglianza della qualità dell’acqua e degli agenti patogeni per supportare le comunità e i governi nel dare priorità alle loro risorse in ambito sanitario e ambientale. In definitiva, la combinazione di una migliore mappatura e di una maggiore sorveglianza, abbinata a interventi mirati, dovrebbe ridurre le malattie e i decessi”, conclude Harris.

“SPRINGS è una grande opportunità per i Dipartimenti di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali e di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale della Federico II poiché una delle nostre missioni è proprio la salvaguardia della salute non solo dell’uomo ma anche degli animali e dell’ambiente nell’ottica One Health” affermano Rinaldi, Dipineto e Fabbricino.