Uno studio magnetoencefalografico svela le basi neurobiologiche della personalità

La docente federiciana Laura Mandolesi è corresponding author di una ricerca, pubblicata sullo Scandinavian Journal of Psychology, che propone un approccio psicobiologico allo studio della personalità


La personalità è la somma di quelle caratteristiche che definiscono la differenza tra una persona e le altre. La ricerca, frutto di una collaborazione tra diversi atenei italiani e stranieri con l’Istituto di Diagnosi e Cura Hermitage di Napoli, ha dimostrato come l’esperienza sia in grado di modulare l’architettura della nostra mente attraverso fenomeni di neuroplasticità. Se l’individuo è il risultato dell’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali, allora anche la personalità potrebbe essere studiata con un approccio psicobiologico.

Lo studio proposto dal team internazionale – spiega il professore Giuseppe Sorrentino dell’Università Parthenope – si inserisce in quel campo di studi chiamato “neuroscienze della personalità” che inquadra le differenze individuali come espressione di specifiche caratteristiche strutturali e funzionali del cervello. In particolare, attraverso la magnetoencefalografia (MEG), ovvero una tecnica non invasiva in grado di rilevare i campi magnetici associati alle correnti neuronali, è stato possibile visualizzare le reti cerebrali e caratterizzarne la topologia.

“Il nostro lavoro di ricerca” – continua Laura Mandolesi – “ha coinvolto 50 giovani adulti, valutati dapprima con il test di personalità di Cloninger, il Temperament and Character Inventory (TCI) e successivamente sottoposti ad una registrazione MEG in resting state. Abbiamo evidenziato una ridotta centralità del nucleo caudato sinistro associata ad alti punteggi di harm avoidance, una dimensione del temperamento che, secondo il modello di Cloninger, corrisponderebbe all’evitamento del danno. Tale caratteristica si esprime con l’inibizione di comportamenti potenzialmente pericolosi e con una maggiore tendenza ad elaborare gli stimoli ambientali come minacciosi piuttosto che gratificanti. Questo risultato è più marcato nelle donne rispetto agli uomini e tale differenza di genere può essere tradotta in una diversa organizzazione funzionale dei networks cerebrali.”

«L’analisi della topologia cerebrale attraverso la MEG è in grado di offrire grandi potenzialità per lo studio delle basi neurobiologiche dei tratti di personalità, anche in condizioni psicopatologiche, delineando così un promettente filone di ricerca in psicologia per lo studio dei processi mentali e del comportamento.»

— Laura Mandolesi

Per approfondire

Gli autori della ricerca sono: Emahnuel Troisi LopezValentina ColonnelloMarianna LiparotiMauro CastaldiFabio AliverniniPaolo Maria RussoGiuseppe SorrentinoFabio LucidiLaura MandolesiPierpaolo Sorrentino